Come cambia il Sistema di gestione ambientale con la nuova ISO 14001
Come cambia il Sistema di gestione ambientale con la nuova ISO 14001
Lo scorso Settembre é stata pubblicata la norma sul Sistema di gestione ambientale ISO 14001 che si concentra sullo sviluppo sostenibile, sulla protezione dell’ambiente, sulla mitigazione degli effetti negativi, sulla possibilità di raggiungere benefici finanziari a seguito dell’attuazione di politiche pro-attive nei confronti delle matrici ambientali.
Con il nuovo approccio vengono introdotti i concetti di rischio, di opportunità, di analisi del contesto. Troviamo infatti espressioni quali: Rafforzamento del risk-based thinking e Maggior coinvolgimento del contesto organizzativo.
Che cosa significano in concreto?
L’appendice della ISO 14001 riporta: “l’organizzazione può essere in grado di conseguire gli esiti attesi del proprio sistema di gestione ambientale, per evitare o ridurre effetti indesiderati e per raggiungere il miglioramento continuo.….determinando rischi e opportunità…..che possono essere correlati ad aspetti ambientali, ad obblighi di conformità o ad altri fattori o esigenze e aspettative delle parti interessate”.
E’ necessario quindi dare uno sguardo all’esterno ed uno all’interno dell’organizzazione.
Se da un lato occorre comprendere il contesto di riferimento, ch é uno dei requisiti iniziali della nuova norma (punto 4.1), dall’altro è necessario identificare gli aspetti ambientali delle attività, dei prodotti e dei servizi dell’organizzazione allargando la prospettiva al ciclo di vita.
Analizziamo il contesto, vediamo che è costituito da un insieme piuttosto variegato ed ampio di condizioni, che comprendono quelle di tipo ambientale, territoriale, culturale, sociale, legale, tecnologico, economico, ecc.
Possiamo schematizzare il contesto suddividendo i fattori “territoriali” dai fattori “normativi”: nel primo gruppo includiamo la collocazione geografica, la qualità dell’aria, dell’acqua, del suolo, la disponibilità di risorse naturali, di tecnologia, di vie di comunicazione, ma anche più semplicemente i rapporti con le istituzione, con il vicinato; nel secondo gruppo consideriamo il quadro prescrittivo di riferimento, ma anche l’adesione a Standard volontari, le prospettive dell’evoluzione normativa, i rapporti con la pubblica amministrazione, eventuali procedimenti legali in corso.
Guardando, invece, all’interno dell’organizzazione, il focus verrà posto sull’identificazione degli aspetti ambientali. E’ utile a questo punto richiamare il concetto di “fase lavorativa”, così definita: “parte del ciclo produttivo avente una finalità individuata e non scomponibile in fasi ulteriori aventi funzionalità differenziabili e/o conseguenze distinguibili per l’ambiente”.
Una corretta identificazione delle fasi lavorative e dei fattori a monte e a valle (fornitori, clienti, con la prospettiva del ciclo di vita di cui si diceva), consente uno “spacchettamento” dell’organizzazione e l’assegnazione, ad ogni “unità” dei flussi in ingresso e in uscita.
In una determinata unità pertanto potranno entrare materie prime, energia, acqua, mentre usciranno semilavorati, rifiuti, emissioni in atmosfera, rumore; avremo cioè il quadro dettagliato degli aspetti ambientali. Ogni aspetto verrà valutato nelle condizioni normali (di routine), anomale (manutenzioni, fermate, avviamenti) e di emergenza.
A questo punto abbiamo definito gli aspetti ambientali, con i relativi impatti, in un contesto.
E i rischi e le opportunità?
Come riferisce la norma, gli aspetti ambientali possono risultare in rischi e opportunità associati con impatti ambientali negativi (minacce) e impatti ambientali positivi (opportunità).
La strategia aziendale, e in particolare la politica ambientale dell’organizzazione, può (o dovrebbe) intervenire nella capacità di gestione di un aspetto ambientale, mitigandone le conseguenze negative attraverso adeguate strutture, impianti, competenze, procedure o, considerando il contesto interno ed esterno, trasformando il rischio in una opportunità.
Si aggiunge quindi un altro tassello, che porta alla definizione finale del rischio (o dell’opportunità) di un aspetto ambientale, in un contesto.
Sulla base di questi concetti, la collaborazione tra le due società emergee sagl e SFERA di C. A. Albano ha permesso di mettere a punto un modello di valutazione: VRAemergeeSfera che, traducendo in valori numerici i fattori di influenza, fornisce l’input per la pianificazione del Sistema di gestione e per stabilire gli obiettivi ambientali.
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