Valori limite di esposizione professionale: facciamo chiarezza
Valori limite di esposizione professionale: facciamo chiarezza

Valori limite di esposizione professionale: facciamo chiarezza

I Valori Limite di Esposizione Professionale (VLEP) sono definitivi dalla Direttiva CEE/CEEA/CE 7 aprile 1998, n. 24 come il limite della concentrazione media o ponderata nel tempo (generalmente 8 ore/giorno per 220 giorni/anno) di un agente chimico nell’aria e all’interno della zona di respirazione di un lavoratore in relazione a un determinato periodo di riferimento.

Considerando l’evoluzione della normativa e l’aggiornamento nel tempo dell’elenco delle sostanze per le quali vengono definiti valori limite di esposizione a livello comunitario, facciamo un po’ di chiarezza su quali sono le tipologie principali di limiti e cosa significano.

Un valore limite troppo alto – fa notare la SUVA – può costare vite umane, ma d’altro canto un valore troppo basso costa posti di lavoro. Questa potrebbe sembrare una considerazione assurda: mettere a confronto il “valore” di una vita con quello di un posto di lavoro, ma in realtà vanno considerati almeno due aspetti. Il primo è che la perdita di posti di lavoro ha conseguenze non solo sull’economia del Paese, ma anche sulla salute. Il secondo è che i valori limite di esposizione non rappresentano una separazione netta tra una condizione pericolosa e una di non pericolo.

Prendiamo ad esempio il caso di persone che siano particolarmente sensibili o che siano affette da patologie che possono innescare conseguenze negative anche nel rispetto dei limiti… Se poi pensiamo agli agenti sensibilizzanti, si possono presentare reazioni allergiche anche a concentrazioni minime.

Tempo di esposizione, tipo di derivazione del limite, soggetti coinvolti nel processo di determinazione, valenza legale: sono i diversi criteri che vengono utilizzati per classificare i valori limite di esposizione. Di seguito riportiamo una sintesi delle tipologie di VLEP secondo questi differenti criteri.

Tipologie di valori limite in base al tempo di esposizione

  1. I valori medi ponderati sulle 8 ore (TWA Time Weighted Average) rappresentano la concentrazione media, ponderata nel tempo, degli inquinanti presenti nell’aria degli ambienti di lavoro nell’arco dell’intero turno lavorativo ed indicano il livello di esposizione al quale si presume che il lavoratore possa essere esposto 8 ore al giorno, per 5 giorni alla settimana, per tutta la durata della vita lavorativa, senza risentire di effetti dannosi per la salute.
  2. Vengono classificati come STEL (Short Term Exposure Limits) quei valori che sono stati sviluppati per proteggere i lavoratori da particolari gruppi di prodotti chimici che hanno effetti avversi a seguito di brevi esposizioni (es. composti irritanti). Lo STEL è il limite per massimo 4 picchi di esposizione per turno lavorativo, con intervalli di almeno 1 ora. Ad alcune sostanze viene anche attribuito un valore limite di picco che rappresenta la concentrazione che non può mai essere superata durante tutto il turno lavorativo.
  3. Gli IDLH (Immediately Dangerous to Life and Health Values) sono concentrazioni e condizioni di esposizione ad alto rischio, considerati tra i criteri per la selezione dei dispositivi respiratori. I valori IDLH sono stabiliti sia per garantire che il lavoratore possa fuggire da un ambiente contaminato in caso di guasto del dispositivo di protezione delle vie respiratorie, sia per indicare un livello massimo al di sopra del quale è indispensabile un autorespiratore altamente affidabile.

Tipologie di valori limite in base al tipo di derivazione

Secondo questo criterio vengono distinti valori limite basati sulla salute e valori limite cosiddetti pragmatici, per i quali non si può far riferimento ad un valore soglia di sicurezza, che possa escludere il rischio.

Tipologie di valori limite in base ai soggetti coinvolti nel processo di determinazione

In questo caso parliamo di consensus standard e non consensus standard; nel primo caso c’è stata una concertazione tra gli enti che propongono i limiti e altri soggetti che espongono considerazioni economiche e sociali; nel secondo caso i limiti rappresentano l’opinione dell’organismo che li emette, secondo considerazioni esclusivamente scientifiche.

Tipologie di valori limite in base alla valenza legale

Si possono infine distinguere valori obbligatori, raccomandati e indicativi.

La situazione in Svizzera

I valori MAK della SUVA coprono un numero limitato di sostanze.

In mancanza di un valore soglia di riferimento per la sostanza di interesse, occorre fare riferimento ai valori pubblicati da altre istituzioni nazionali o sovra-nazionali, tenendo tuttavia presente in particolare se si tratta di valori consensuali o non consensuali e il tipo di derivazione.

Un sito utile per la ricerca è il seguente: https://limitvalue.ifa.dguv.de

La SECO inoltre raccomanda di considerare i valori DNEL riportati nelle Schede di sicurezza di sostanze e miscele.