Infortuni sul lavoro: quanto conta il fattore umano?
Infortuni sul lavoro: quanto conta il fattore umano?

Infortuni sul lavoro: quanto conta il fattore umano?

Si stima che circa il 90% degli infortuni sul lavoro dipendano da errori umani, e che la maggior parte di essi (l’80%) siano dovuti principalmente a due fattori: la scarsa consapevolezza e la cattiva organizzazione.

Le statistiche ci dicono che la maggior parte degli infortuni gravi o mortali si verificano nello svolgimento di attività che non sono di routine, come ad esempio quelle di manutenzione. Ma cosa si può fare per cercare di definire le possibili criticità e quindi prevenirle?

Uno dei settori che ha affrontato il problema ed è riuscito a gestirlo in modo efficace è quello dell’aviazione civile, che negli Anni ‘80 e ‘90 – grazie all’analisi degli incidenti aerei causati da errori umani – ha identificato 12 fattori che possono ridurre la capacità di agire in modo efficiente e sicuro. Questi 12 fattori sono stati adottati anche da altri settori e sono riconosciuti come “Dirty Dozen”.

Dirty Dozen: la “sporca dozzina della sicurezza”

I fattori che sono stati identificati come “pericolosi” sono i seguenti:

  1. Mancanza di comunicazione – Chi comunica con chi? In quale modo? E soprattutto, quello che viene comunicato, viene anche compreso? I sistemi di comunicazione in azienda devono essere studiati e decodificati per evitare errori che potrebbero essere fatali. Oltre alla formazione degli operatori sulle tecniche di comunicazione e sulla gestione dei feedback, è importante pensare a strumenti come check-list e documentazioni chiare;
  2. Abitudine – quando un compito è ripetitivo o quando si lavora in azienda da parecchio tempo, si tende ad avere grande fiducia nella propria capacità di fare tutto “a occhi chiusi”. Ma questa convinzione è pericolosa; nelle normative sulla sicurezza si fa sempre più riferimento alla “cultura dell’errore” che identifica le azioni da intraprendere per responsabilizzare le persone rispetto ai propri errori e a quelli degli altri, in un’ottica di miglioramento e non di colpevolizzazione;
  3. Mancanza di competenza – questo fattore è spesso connesso alla eccessiva fiducia. Quando si definiscono mansioni senza aver compreso al meglio i requisiti minimi, il rischio è che in azienda ci siano operatori che non hanno tutte le competenze necessarie a svolgere in sicurezza il loro lavoro. Anche la conoscenza della lingua spesso è un problema. In questo caso è fondamentale standardizzare le operazioni e redigere procedure e istruzioni operative facili da consultare;
  4. Distrazione – utilizzare il cellulare al lavoro o ambienti dove è difficile mantenere la concentrazione può causare gravi infortuni; gli operatori non devono essere disturbati da niente e da nessuno, soprattutto quando si svolgono operazioni a rischio; anche in questo caso la formazione del personale è fondamentale, come l’utilizzo di ausili di diversa tipologia (cartellonistica, promemoria, check-list ecc);
  5. Mancanza di lavoro di squadra – a volte capita che gli operatori compiano operazioni in contrasto tra loro; lavorare in team è importante, quindi vanno sollecitate le discussioni in gruppo e le attività di briefing e debriefing che definiscono e verificano chi, quando e come svolgere determinati compiti;
  6. Fatica – la stanchezza diminuisce le capacità cognitive, i processi decisionali, il tempo di reazione, la coordinazione, la velocità, la forza o l’equilibrio delle persone; le attività a rischio vanno pianificate quando gli operatori sono più lucidi e naturalmente si deve formare il personale perché sappia riconoscere i sintomi della fatica;
  7. Mancanza di risorse – in questo caso ci si riferisce non solo alle risorse umane ma anche a quelle tecniche; entrambe dovrebbero essere disponibili in azienda in quantità e qualità adeguata;
  8. Pressione – gli operatori sono spinti a dare il massimo e spesso sono sotto stress; in questi casi è importante che sappiano che non solo possono, ma devono confrontarsi con i loro superiori per trovare una soluzione;
  9. Mancanza di assertività – essere assertivi permette di esprimere emozioni, opinioni e bisogni in modo costruttivo. La formazione sulla comunicazione assertiva e su come dare feedback porta valore in azienda e riduce i rischi; anche l’esercizio di stili di leadership adeguati al contesto va in questa direzione;
  10. Stress – lavori complessi, pesanti, che richiedono un alto grado di responsabilità, sono fonte di grande stress per gli individui; l’azienda deve essere in grado di valutare i livelli di stress lavoro-correlati e di mettere in campo strategie adeguate di gestione;
  11. Scarsa consapevolezza – gli operatori devono saper riconoscere i reali rischi che corrono e le conseguenze che le loro azioni possono avere anche sui colleghi; il personale va formato e l’azienda deve saper valutare le diverse situazioni di rischio, coinvolgimento anche gli operatori nell’analisi delle procedure;
  12. Regole inadeguate – in azienda spesso ci sono regole “non scritte” che vengono date per scontate; le procedure di lavoro devono essere documentate adeguatamente e migliorate di continuo.

In emergee siamo consapevoli di quanto siano importanti questi fattori quando si interviene sui sistemi e sulle procedure di sicurezza sul luogo di lavoro. Spesso le aziende valutano solo gli aspetti più “tecnici” ma è necessario dare importanza a fattori come la consapevolezza e la responsabilità, il coordinamento, per evitare rischi e avere luoghi di lavoro sicuri.