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Interferenti endocrini: nuova classificazione

Lo scorso 15 marzo il Consiglio Europeo ha approvato un documento che contiene la strategia di sostenibilità chimica e che rappresenta la visione a lungo termine della politica su questa materia.

Presentato a metà ottobre 2020, il documento“Strategia in materia di sostanze chimiche sostenibili. Verso un ambiente privo di sostanze tossiche” ha l’obiettivo di definire le linee guida per garantire un ambiente privo di sostanze tossiche, un maggior livello di protezione della salute umana e dell’ambiente e contemporaneamente rafforzarne la competitività dell’industria chimica. L’idea è sostanzialmente quella di vietare le sostanze chimiche più nocive in prodotti come cosmetici, giocattoli, detergenti, articoli di puericultura, mobili, tessili o materiali che entrano in contatto con gli alimenti, a meno che non siano ritenute essenziali per la salute, la sicurezza o il funzionamento della società, o se non siano disponibili alternative. In particolare una delle novità più rilevanti riguarda il passaggio a un approccio rivolto alla sostenibilità e alla sicurezza a partire dalla progettazione: in questo modo sarà possibile evitare, in questa fase, che nei prodotti siano inserite sostanze chimiche pericolose.

Nella tabella di marcia del documento approvato dal Consiglio Europeo sono state evidenziate16 aree di miglioramento: una riguarda in particolare gli interferenti endocrini o endocrine disruptors EDS, sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino.

Ma quali sono i passaggi che la Commissione intende affrontare ora?

Prima di tutto si procederà con lo stabilire una identificazione giuridicamente vincolante dei pericoli legati agli interferenti endocrini, come già succede per pesticidi e biocidi. Altro obiettivo è quello di bandire gli interferenti endocrini nei prodotti di consumo, consentendone l’uso solo in casi particolari, e cioè ove sia dimostrato essenziale; inoltre si investirà sul rafforzamento della protezione dei lavoratori. Infine si punterà a mettere a disposizione delle autorità informazioni sufficienti e adeguate per consentire l’identificazione degli interferenti endocrini, accelerando anche l’adozione di strumenti per lo screening e la sperimentazione delle sostanze.

Interferenti endocrini: una definizione ufficiale

Passaggio necessario è arrivare a una definizione ufficiale per gli interferenti endocrini, che possa essere utilizzata per tutte le normative UE pertinenti. Tale definizione dovrà soddisfare alcuni criteri:

  • sostanza che mostra un effetto negativo in un organismo intatto o nella sua progenie;
  • sostanza che mostra attività endocrina;
  • sostanza che ha un meccanismo d’azione che altera il sistema endocrino.

Per “effetto negativo” si intende in particolare “un cambiamento nella morfologia, fisiologia, crescita, sviluppo, riproduzione o durata della vita di un organismo, sistema o (sotto) popolazione che si traduce in una compromissione della capacità funzionale, una compromissione della capacità di compensare stress aggiuntivo o aumento della suscettibilità ad altre influenze”.

Per quanto riguarda la classificazione, il Gruppo di lavoro sugli interferenti endocrini ha proposto l’utilizzo di classi di pericolo separate per gli interferenti endocrini per la salute umana e per l’ambiente, principalmente per ragioni di usabilità e praticabilità ai sensi di REACH e delle legislazioni a valle. La nuova classificazione sarà quindi introdotta nel CLP e sarà basata su criteri già sviluppati per i prodotti fitosanitari e i biocidi e le classi saranno suddivise in categorie, rispecchiando i sistemi di categorizzazione già in vigore nel CLP o nel GHS.

Per l’attuazione della proposta sono già state previste azioni di supporto e studi nel primo e nel secondo trimestre 2021 oltre a una consultazione pubblica delle parti interessate. A giugno 2021 è prevista la Valutazione dell’impatto e a settembre 2021 la proposta di redazione per la revisione del CLP. Se la tabella di marcia verrà rispettata, si arriverà all’adozione della proposta da parte della Commissione entro la fine dell’anno.

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